Né un uomo né un soldo

né un uomo né un soldo

Né un uomo né un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento

di Piero Sansonetti

di Antonella Marrone

Né un uomo né un soldo: nel 1887 il socialista Andrea Costa tuonava in parlamento “né un uomo né un soldo” per esprimere il suo dissenso sugli interventi in Africa.

Quella frase divenne uno slogan che sentiamo ripetere ancora oggi – insieme a “non in mio nome”- ogni volta che nell’aria c’è la possibilità di un nuovo intervento armato in qualche parte del mondo anche se travestito da missione di pace.

Ma il pensiero pacifista, pur se sempre più diffuso, non riesce a costituirsi come soggetto alla base di alcun movimento e a guidare la visione della politica.

Come se ogni evento fosse fine a se stesso e non facesse parte di un sentire che dovrebbe muovere:

  • le scelte della società civile,
  • della politica
  • e dei governi.

Gli autori, entrambi giornalisti dell’Unità, ci propongono da un lato il racconto della storia del pacifismo italiano.

Inoltre ci fanno conoscere una serie di personaggi che hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del pensiero contro ogni tipo di guerra.

  • Creano un filo conduttore che ci permette di osservare l’evoluzione del movimento non solo in Italia,
  • illustrano paralleli con il gruppo di Bertrand Russel
  • e con le Donne in nero e
  • ci raccontano dell’ex segretario dell’ONU Boutros-Gali, autore di un’Agenda per la Pace rimasta purtroppo lettera morta.

Una nota di speranza viene dalla constatazione che i pacifisti sono molto più informati di quanto si immagini e che sempre più persone nel mondo si interessano a questi valori.

Il terzo millennio sarà maturo per la pace?

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