L’Italia non è più italiana. Così i nuovi predoni ci stanno rubando il nostro Paese
di Mario Giordano
Ogni 48 ore un’azienda italiana cade in mani straniere.
Alcuni casi finiscono sui giornali e fanno discutere, ma la maggior parte scivola via nel silenzio.
Così, nel silenzio, non abbiamo soltanto perso tutto il made in Italy,
- i grandi marchi della moda,
- le aziende alimentari,
- i settori strategici (dalla chimica alla siderurgia),
- i servizi e le banche:
- abbiamo perso il meglio delle nostre piccole aziende,
- quei gioielli di creatività spesso nati nei sottoscala di provincia
- e diventati leader mondiali nel loro settore.
Erano i nostri veri tesori.
Ora non sono più nostri.
I nuovi proprietari stranieri non sono quasi mai dei padroni, piuttosto dei predoni.
Il risultato? L’Italia non è più italiana.
Non solo economia
È ciò che Mario Giordano ci svela nel suo libro-inchiesta: ha girato la Penisola strada per strada, ha visitato borghi e paesi, è entrato nelle fabbriche.
E ha scoperto che i predoni stranieri non hanno conquistato solo la nostra economia: hanno conquistato l’intero nostro Paese.
Dal
- castello piemontese del 1200 comprato dalla setta americana della felicità
- al palazzo della Zecca gestito dai cinesi,
- dall’isola di Venezia in mano ai turchi
- ai vigneti della Toscana acquistati dalla multinazionale belga delle piattaforme petrolifere,
- passando per supermercati,
- botteghe storiche,
- alberghi di lusso,
- case,
- piazze,
- ospedali:
- l’Italia non è più italiana.
Persino la mafia vincente, ormai, è straniera.
L’Italia non è più italiana
Da Cosa Nostra a Cosa Loro: le cosche nigeriane si sono estese da Torino alla Sicilia.
E, intanto, si afferma la Cupola cinese.
Ormai non siamo nemmeno più padrini a casa nostra.
Dilaga la cucina etnica, ma ci sono 250 cibi italiani a rischio.
Dilagano i termini inglesi, ma la nostra lingua rischia di scomparire.
Persino gli insetti alieni minacciano il nostro Paese, come denuncia un rapporto allarmato dell’Ispra.
E, soprattutto, si stanno estinguendo gli italiani: sempre meno nascite, sempre più fughe all’estero. Una ogni 5 minuti.
Secondo l’opinione corrente l’apertura internazionale e gli scambi sono un bene a prescindere. Ma è sempre vero?
Le decisioni strategiche sul nostro futuro, oggi, vengono prese in asettici uffici del North Carolina o di Shanghai, da persone che non hanno mai visto un’officina, che non hanno alcuna relazione con la nostra terra e la nostra storia.
Un grido di dolore
E questo è un pericolo per il nostro Paese, come hanno denunciato anche i servizi segreti, nella loro relazione al Parlamento italiano.
Un grido di dolore rimasto, incredibilmente, inascoltato.
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